Tradizionalmente gli anni bisestili non portavano bene, naturalmente è quello che credevano gli antichi. E voi ci credete?
Fu Giulio Cesare ad introdurre ufficialmente l’anno bisestile nel 46 a.C. Ciò avvenne su consiglio dell’astrologo Sosigene, consultato dal condottiero su un precedente consiglio datogli dalla sua amata Cleopatra, regina d’Egitto.
L’anno 2020 si apre con una serie di cambiamenti che hanno messo a dura prova titolari di partita iva e privati cittadini.
Parliamo delle scadenze di inizio anno: per tutta una serie di oneri deducibili (ne abbiamo già scritto nel nostro articolo del 16 gennaio cfr https://www.axiastp.it/spese-detraibili-2020-tutto-quello-che-ce-da-sapere/) occorre il pagamento mediante strumenti tracciabili… e qui il panico.
Obblighi 2020: Quando scatta l’onere del pos?
L’obbligo si applica oltre al comparto P.A., a tutte le società di capitali e/o persone, nonché le ditte individuali e i lavoratori autonomi che svolgono l’attività di vendita di prodotti o prestano servizi (anche professionali) ai consumatori persone fisiche nella loro sfera personale.
I titolari di partita iva sono tenuti a mettere a loro disposizione strumenti idonei al pagamento elettronico.
In realtà il pos obbligatorio per commercianti e liberi professionisti non è una novità, era stato già introdotto all’epoca del governo Monti con il Decreto Crescita n.179/2012, che aveva previsto la sua entrata in vigore dal 1° gennaio 2014. Tuttavia la mancanza di sanzioni e di incentivi lo aveva reso poco efficace e scarsamente applicato.
Ci ha provato l’ultimo DL fiscale ad inserire una sanzione amministrativa: il testo prevedeva l’applicazione delle sanzioni amministrative per la violazione dell’obbligo, da parte di commercianti e professionisti, di accettare pagamenti con carte di debito o di credito, a decorrere dal 1° luglio 2020. L’importo della sanzione era fissato in 30 euro, aumentato del 4% del valore della transazione.
Eppure alla fine il DL fiscale ha “salvato” chi non mette a disposizione dei propri clienti un pos trovandoci nella paradossale situazione in cui per aver diritto alle detrazioni saremmo obbligati a pagare con modalità tracciabili ma all’esercente o al professionista che non metteranno a disposizione un pos non è sarà addebitata alcuna sanzione.
Nella stessa direzione sembra andare l’art. 18, del Decreto fiscale 2020 che introduce modifiche al regime relativo all’utilizzo del contante; l’articolo riveste particolare importanza perché oggetto anche di un forte dibattito politico sull’utilità o meno di tale misura, finalizzata a combattere il fenomeno dell’evasione fiscale.
La norma contenuta nel Decreto fiscale 2020, all’art. 18, introduce le modifiche all’art. 49 del Decreto antiriciclaggio finalizzate a ridurre il regime di utilizzo del contante, stabilendo che il valore soglia, pari a 3.000 euro nella legislazione previgente, oltre il quale si applica il divieto al trasferimento del contante fra soggetti diversi, venga ridotto a 2.000 euro a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, per ridursi ulteriormente a 1.000 euro a decorrere dal 1° gennaio 2022.
E allora visto che alcuni titolari di partita iva sono recalcitranti nel mettere a disposizione dei propri clienti un pos ci siamo interrogati su un’altra cosa:
Obblighi 2020: Quanto costano le commissioni pos?
Secondo Confersercenti in un’analisi del 2019 (sul confronto tra tre dei principali istituti bancari italiani ovvero Intesa San Paolo, Monte Paschi ed Unicredit) in alcuni casi i costi arriverebbero all’11% dell’importo. Va chiarito che si tratta delle commissioni massime applicabili e che queste variano da Banca a Banca.
Facciamo qualche esempio:
- Costo di attivazione: per Unicredit una tantum 100 euro, ma ci sono istituti che lo installano gratuitamente (Intesa San Paolo ad esempio)
- Costo fisso mensile: può variare da 15 a 50 euro al mese
- Costo per singola transazione: Il costo della transazione interbancaria, cioè quella che il gestore della carta del cliente applica alla banca dell’esercente, e il costo della transazione bancaria, che la banca chiede all’esercente. Questa commissione è composta da un costo fisso, che in genere varia tra i 10 e i 50 centesimi (ma che in alcuni casi può arrivare fino a 4 euro), e da un costo percentuale tra l’1 e il 3 per cento.
Non sono cifre insignificanti, questo è certo, e ci aspettiamo ed auspichiamo una diminuzione di tali oneri ma la direzione è chiara e ce lo ricorda la nuova formulazione dell’articolo 2086 comma 2 c.c. l’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, deve istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa.
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