Nel moderno concetto di impresa, in una società orientata ai servizi, proiettata nel futuro per mezzo dell’innovazione concepita quale viatico necessario ad aggredire porzioni di mercato inesplorate o condotte passivamente, il ruolo del consulente aziendale assume una sempre maggiore valenza fino a giungere ad essere pedina irrinunciabile nella complessa scacchiera del tessuto imprenditoriale italiano e no.
Ciò che purtroppo stenta a radicarsi è la convinzione, l’utilizzo, di una consulenza aziendale integrata, un’idea di impresa quindi affrancata dall’attempato concetto che vedeva un singolo professionista chiamato a risolvere la singola momentanea esigenza. Studio di fattibilità, analisi costo beneficio, analisi SWAT, programmazione e tanto altro.
Certificazioni, bandi regionali, leggi comunitarie, complesse rivisitazioni di regole nazionali, opportunità da cogliere, documenti da completare, opzioni non facili da intravedere in prima battuta: in una miriade di promesse di pubblicità, uno studio di consulenza aziendale in grado di offrire appunto competenze varie, integrate, e quindi servizi integrati, molteplici interconnessioni e punti di vista, costituisce il valore aggiunto nella sfida imprenditoriale.
Il futuro dell’imprenditoria: nuove sfide e necessità
Affidare ad un unico “consulente” la responsabilità di coordinare le attività di più consulenti, esperti in singole materie significa affidare la propria impresa, che sia nascente o già avviata, ad un percorso formativo in grado di mutare significativamente le sorti dell’impresa stessa, il tutto al netto di considerevoli preoccupazioni ed ulteriore lavoro da svolgere a parte quello ordinario.
Non è più reale l’imprenditore che gestisce l’azienda in maniera padronale, che ne conosce “vita morte e miracoli”, che ne governa tutti i processi: quello vincente è un imprenditore illuminato, capace di scegliere una consulenza in grado di abbracciare diverse branche, in grado di implementare complesse procedure di gestione e controllo, in grado di intravedere e sfruttare baie commerciali, fette di mercato, finestre temporali utili a sgravi fiscali, a vantaggiosi investimenti.
Chi si fosse mai cimentato con l’apertura di una qualche attività sa bene quanto sia difficile reperire informazioni e normative relative, verificare che queste siano aggiornate, essere certi non ne esistano di ulteriori, sa bene come sia necessario comprendere i necessari requisiti oggettivi, come occorra intravedere la possibilità di raggiungerli sanando le attuali lacune, conosce le difficoltà nel costruire una reale organizzazione di impresa in grado di offrire servizi validi nel mercato di riferimento.
E se i documenti per un bando utile ad ottenere fondi europei fosse redatto in sola lingue inglese? La sola struttura non basterebbe, occorrerebbe poi inquadrare il tutto a livello normativo e fiscale, contabile, amministrativo, dal punto di vista della gestione del personale, dei piani formativi, delle sempre più complesse e richieste certificazioni in ordine alle normative privacy e alla sicurezza dei dati.
Il futuro dell’imprenditoria: quali soluzioni?
In questo mutato contesto l’unica risposta coerente alle necessità delle imprese è il network di professionisti, ognuno con differenti competenze ma rese fra loro organiche dal filo conduttore del fabbisogno dei clienti.
Un organico al servizio dell’imprenditoria di ogni dimensione e che possa garantire una serie di servizi: dall’affiancamento del cliente nella nascita alla crescita o riorganizzazione dei progetti imprenditoriali in senso lato, con un occhio sempre aperto al mercato esterno e alle opportunità da cogliere oltre confine.