Mercato del lavoro: le priorità del Ministero

Lo scorso 23 ottobre la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone ha incontrato a Roma il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia.

Obiettivo dell’incontro era di confrontarsi sulle difficoltà del mercato del lavoro, in particolare nel Mezzogiorno, ma anche del ruolo delle Regioni in questa materia.

Il Ministro aveva già annunciato la sua volontà politica di completare entro il 2019 la legge quadro sull’autonomia differenziata. Allo stesso modo per il consiglio nazionale dell’ordine, è stata espressa l’urgente necessità di dover creare nuova occupazione nel Mezzogiorno attraverso investimenti mirati a impedire l’abbandono dei territori da parte di imprese e giovani talenti.

A tal fine è stata evidenziata la necessità di una regia unica a livello nazionale per quanto riguarda la gestione del sistema delle politiche del lavoro e del reddito di cittadinanza.

L’articolo 117 della costituzione, infatti, prevede che su queste materie incide a vario titolo la legislazione conocrrente fra stato e regioni.

Mercato del Lavoro: le tematiche affrontate

Secondo i consulenti del lavoro, è fondamentale che l’annunciata autonomia differenziata non annunci il divario produttivo e occupazionale fra Nord e Sud del Paese. Il progetto portato avanti dal ministro Boccia, del resto, può essere funzionale all’omogeneizzazione a livello nazionale della gestione delle politiche attive, i servizi per l’impiego e la sicurezza sul lavoro.

Si rende inoltre necessario un sistema di integrazione fra pubblico e privato più solido ed efficiente, insieme ad un rilancio degli investimenti per stimolare la domanda di lavoro nei territori del meridione.

Durante l’incontro, inoltre, è stato affrontato il tema dell’accesso ai fondi europei da parte dei liberi professionisti. I consulenti del lavoro infatti hanno chiesto maggiore apertura da parte delle regioni dei bandi comunitari agli iscritti agli ordini.

Infine, per il tema dell’equo compenso per i professionisti, a circa due anni dall’introduzione di questa misura, la piena affermazione di questo principio resta lontana.

Sebbene alcune regioni abbiano provveduto ad emanare autonome normative in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali, queste prevedono però livelli di tutela differenti.

Il consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro ha evidenziato quindi al Ministro la necessità di un atto di indirizzo che tenda ad uniformare gli interventi normativi nell diverse regioni.

A questo fine tenderebbe l‘introduzione l’obbligo per tutte le strutture regionali, per gli enti strumentali e per le società controllate di prevedere negli atti relativi alle procedure di affidamento di incarichi che i compensi professionali siano determinati sulla base dei parametri stabili dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professioni e che gli stessi, così individuati, siano utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara.