Non chiamateci commercialisti… o forse sì!

C’era un tempo in cui essere un libero professionista significava appartenere a una classe sociale prestigiosa: era elemento distintivo ai fini di ciò che nell’immaginario collettivo viene ritenuto socialmente rilevante.

Il percorso da compiere, lungo e faticoso, comportava non poche rinunce ai tempi dell’università.

E poi c’era il tirocinio (tre anni molto probabilmente senza alcun rimborso spese) e poi ancora un esame di stato che ti costringeva a studiare due mesi a casa (modalità zombie). Il tutto tenendo ben presente l’importante traguardo che si stava cercando di raggiungere.

Questo era prima…

perché ormai il commercialista è da anni sotto attacco.

Lo attacca la fattura elettronica, Amazon che offre servizi, la concorrenza sleale delle associazioni di categoria, la fuoriuscita di decine di migliaia di dipendenti bancari, la burocrazia italiana…

Ma soprattutto ci attacca il Ministero, che scarica adempimenti obbligatori sull’anello più debole della catena, il professionista appunto.

Il commercialista è diventato un intermediario.

Per l’esattezza un intermediario fiscale tra l’imprenditore e l’Agenzia delle Entrate. Insomma, un dispensatore di F24!

Ogni anno ci sono sempre più adempimenti fiscali potenzialmente in grado di non farci dare la giusta attenzione all’imprenditore.

E allora in un mondo dove la parola d’ordine è divenuta cambiamento e i paradigmi mutano in continuazione è arrivato il momento di svestire la casacca del libero professionista e di indossare quella dei consulenti a 360 gradi di aziende e privati.

Dal commercialista al consulente

Questo passaggio non è stato facile perché abbiamo dovuto mettere in discussione schemi mentali e comportamenti che da anni utilizzavamo, uscendo allo scoperto in un mondo che credevamo di conoscere bene e che invece adesso si rivela nuovo e cambiato.

È cambiato tutto, ci siamo dovuti reinventare, studiare di nuovo, acquisire strumenti e tecnologie; è diverso anche il rapporto con i nostri collaboratori, che sono confusi e disorientati quanto noi perché anche loro sono chiamati a cambiare il modo di lavorare, alle prese con una tecnologia che si modifica di giorno in giorno.

Oggi la parola d’ordine è avere un atteggiamento positivo, propositivo e poliedrico per soddisfare nuovi bisogni dei clienti e nuove sfide del mercato, realizzando in tal modo la sopravvivenza della specie “professionista” e la salvaguardia dell’essere umano che sta dietro ad essa.

Dalla consapevolezza che le aziende oggi chiedono al commercialista non solo la gestione della contabilità, ma supporto strategico e operativo ci siamo dovuti reinventare per esaminare e risolvere problematiche aziendali relative alla gestione, direzione e strategia d’impresa con risposte valide ed efficaci.

Non ci consideriamo dispensatori di F 24 ma siamo al fianco degli imprenditori in tutte le fasi del ciclo di vita dell’impresa, dalla sua costituzione al  suo sviluppo, dal passaggio generazionale allo sviluppo di nuovi mercati ed alla crisi di impresa attraverso metodologie d’intervento mirate per le diverse aree di specializzazione.

Approfondimento a cura della Dott.ssa Laura Carinci
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